Mi farebbe piacere...

Ciao e benvenuta/o in questo Blog. Mi piacerebbe tu esprimessi un pensiero sul mio mondo di colori. GRAZIE.

OSCILLARE

(Hermann Hesse) - "Già fin d'allora i sentimenti erano quelli che dovevano restare per sempre: l'incertezza del proprio valore, un continuo oscillare fra l'autostima e lo scoraggiamento, fra un idealismo al di sopra delle cose del mondo e un naturale appetito dei sensi, e come allora, anche cento volte più tardi ho visto quei tratti della mia natura talvolta come una spregevole malattia, talaltra come segno di merito."

sabato 30 gennaio 2016

Tramonto sul Garda


Tramonto sul Garda - Acquerello 180116

Qualche sera fa Cate mi ha fatto vedere una foto
che mostrava il tramonto sul Lago di Garda.
Difficile non coltivare dentro il desiderio
di misurarmi con una tale bellezza,
altre volte ho vissuto momenti di estasi
e di agitazione mentre fotografavo
i tramonti che anche in questa splendida valle
ogni tanto tingono il cielo di colori incredibili.
Posto l'acquerello che attinge a quell'immagine.

"Questo è un altro aspetto rasserenante della natura:
la sua immensa bellezza è lì per tutti. 
Nessuno può pensare di portarsi a casa 
un’alba o un tramonto."
(Tiziano Terzani)

lunedì 25 gennaio 2016

Paesaggio lacustre


Paesaggio lacustre - Acquerello 2016

Sono piuttosto attento a quanto si muove nel mondo dei colori,
gli acquerelli che posso ammirare per merito della vasta rete web
a volte mi incantano. E tuttavia non mi sento pronto, di solito,
a cambiare soggetto e copiare quanto mi piace e mi stimola.
Però, a volte un'immagine sommersa viene improvvisamente a galla
e allora non oppongo resistenza, anche se quanto si fa strada
non rientra immediatamente nei parametri consueti.
Insisto con gli amici perchè si misurino con il nuovo, con il diverso,
sono io per primo - mi ripeto - che fatico ad uscire dagli schemi.
Quando capita posso anche prendermi la semplice soddisfazione
di essere andato oltre il cerchio dentro cui scorrono ore e giorni. 

mercoledì 20 gennaio 2016

Alzare gli occhi verso l'orizzonte


Orizzonte di luce - Acquerello 2016

“La vita – ha scritto Fernando Pessoa – è un viaggio sperimentale fatto involontariamente”. Ogni mattina, involontariamente, stacchiamo il biglietto e viaggiamo, e la nostra vita è lì, immersa in quel meraviglioso puzzle che cambia in ogni istante. Non è un miracolo? Ogni tanto bisognerebbe alzare gli occhi, come con una telecamera, non più piano frontale, ma grandangolo, non più scorcio, ma panoramica. Alzare gli occhi, e godersi lo spettacolo. Perchè in quell’immenso mare di gente ci siamo tutti. C’è chi ne ha voglia, e chi non ne ha. Chi è felice, e chi soffre. 
E nessuno spicca più degli altri, 
perché nell’enorme affresco 
c’è bisogno dell’azzurro come del grigio, 
dei toni accesi come di quelli sfumati. 
La stessa telecamera, ogni tanto, bisognerebbe poi puntarla sulla nostra vita, su un nostro risveglio: Sono le 7 del mattino, eccomi, sono io, mi vedo oggi che magari non sto bene, che nulla va bene, e fuori è pure freddo eppure, incredibile, mi sto alzando, metto le ciabatte, apro la fi nestra… anche oggi, nonostante tutto, indosso la vita. Non ne ho motivo e lo faccio. Ho sfi dato la forza di gravità, e solo per questo dovrei essere contento di me. (Massimo Orlandi in Fraternità di Romena "Ogni giorno" - 12-2005)

domenica 17 gennaio 2016

Ama il bosco


Schiarita mattutina - Acquerello 100116

Ho ripreso tra le mani, i giorni scorsi, uno dei libri 
che il mio caro ex collega Luciano Grendene
ha scritto con impeto negli ultimi anni di vita.
L'amore lo spingeva ad avere cura per la terra,
lo stesso amore per l'uomo lo ha sollecitato
a mettere per iscritto quanto di bello e buono
aveva scoperto nel corso della sua esistenza.
Copertina, introduzione e righe di una sola pagina
sono sufficienti per trasmettere il senso profondo
della sua ricerca, mossa dallo Spirito che lo abitava.



lunedì 11 gennaio 2016

Nel bosco invernale


Il bosco in inverno - Acquerello 2016

Ieri sera, prima di andarmene di sopra per la notte, ho dato uno sguardo ai libri che tengo a portata di mano nella libreria del salottino, dove la sezione "arte" mostra vari manuali che parlano di pittura ad acquerello. Anche in questi primi giorni dell'anno sfoglio pagine che mi riportano dentro l'atmosfera ovattata dei colori, ma la cosa migliore è che dalla carta scritta son passato alla carta... bianca. 
Ormai sentivo che i giorni del Nuovo Anno non potevano continuare a scorrere via veloci senza che io riprendessi in mano pennelli e colori. Mi trovo ancora disperso in un bosco intricato, è vero, ma voglio aggiungere parole che suonano di buon auspicio.
Sono tratte da "La visione di un monaco" di Raffaele Luise, libro che don Bernardino, parroco a Velo per 20 anni - l'altro giorno è arrivato alla bella età di 92 anni -, ha regalato a me e Cate nell'ormai lontano 2001. Questo post vuole quindi essere anche il mio augurio insieme ad un grazie grande e riconoscente per il suo affetto sincero che ancora ci accompagna.

"Salire a Camaldoli è compiere un viaggio nell'anima, un entrare dentro se stessi, un ritorno fresco e sorgivo all'essenziale, un riattingere la linfa vitale dell'esistenza minacciata dalla confusione e dalla pochezza di una vita sociale sempre più priva di senso e piena di sciocca violenza, il riaprirsi con stupore al mistero del divino.
... mi ritrovai nella stupefacente foresta, regina incontrastata del luogo che, come magnifico monastero a cielo aperto, cinge tutt'attorno il cenobio, ad un'altezza di 800 metri, e che poi per un sottobosco che profuma di muschio e di acqua, s'inerpica, tra abeti bianchi e pini neri, fino ai 1100 metri dell'eremo.
E ti cattura, lungo l'ascesa, il particolarissimo silenzio di Camaldoli. Un silenzio profondo, evocativo, quasi profumato. Un silenzio che si apre come uno scrigno e lascia a tratti emergere il respiro della foresta. E come ti seducono  le "voci" di Camaldoli! Le acque vive del torrente omonimo, che ti accompagna fino all'eremo, e che si spezza in mille tronconi e da mille parti torna poi a congiungersi fra policromi tappeti di fiori; il rumore alto del vento, severo e a tratti inquietante; il canto degli uccelli e il verso raro di tante specie di animali selvatici: i camosci, il cervo, la lepre, la volpe.
E sali, sali ancora. Arrivi finalmente al laghetto di Metaleto, circondato da una corona di abeti altissimi che svettano in circolo a indicarti la purezza e la luminosità cristallina del cielo. Ed è allora, che confuso col vento senti riecheggiare da misteriose lontananze l'eco di antiche litanie: il canto, la preghiera e il dolore di moltitudini di monaci che qui si sono succeduti da mille anni..." da "La visione di un monaco - Il futuro della fede e della Chiesa nel colloquio con Benedetto Calati" - di Raffaele Luise - Cittadella Editrice.

N.B.: a Camaldoli Cate ed io ci siamo arrivati durante il nostro viaggio di nozze... era una delle mete importanti che, nei dintorni di Assisi, volevamo toccare.

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